Ho deciso di scrivere questo articolo per riepilogare, tramite un esempio, una tipologia di portafoglio azionario orientato sul lungo periodo.

Io mi occupo personalmente di questo tipo di consulenza e se devo ammettere è quella che più mi piace, quella dove posso mettere molto del mio studio e del mio impegno.

Un portafoglio azionario non è per tutti, ha una serie di difficoltà che non vanno sottovalutate.

Ma per chi è in grado di gestirlo e si sente di iniziare un percorso di lungo periodo, questo è l’articolo giusto.

Portafoglio modello con inserimento di titoli in ottica value investing con un orizzonte di lungo periodo

Iniziamo subito sottolineando gli aspetti negativi di tale approccio:

  • Il portafoglio sarà decisamente più volatile del mercato azionario a causa di una minor diversificazione
  • Il rischio “Teorico” del portafoglio è maggiore

Questi due aspetti sono dovuti ad una maggior selezione rispetto ad un classico ETF o fondo passivo, in questo caso si va alla ricerca dei titoli con buone prospettive, prezzati il giusto e che godano di qualche vantaggio competitivo o che siano comunque protetti sul lungo periodo e quanto più lontani dal fallimento.

Qual è lo scopo?

Lo scopo è l’acquisto di circa 10-15 titoli da detenere nel lungo periodo. In questo modo si percepiranno dividendi (teoricamente in crescita) e si cercherà di fare meglio del mercato azionario e del benchmark di riferimento: se per esempio abbiamo solo titoli del ftse Mib, il principale indice italiano, il nostro scopo è fare meglio dell’indice prima citato su un orizzonte temporale di 5-10-15 anni.

Questo è possibile?

C’è chi dice di no e chi dice di si. Sicuramente non è semplice, a livello matematico ancora meno ma, nella storia moltissimi investitori sono riusciti in questa sfida. Io personalmente negli ultimi 5 anni sono riuscito a fare meglio del mio benchmark, questo non vuol dire che sarà sempre così, 5 anni sono comunque un orizzonte non facilmente valutabile.

Esempio di portafoglio

  • 35-40% azioni da dividendo e scontate così che possano colmare il gap valore-prezzo
  • 5-15% azioni con prospettive di crescita molto alte e acquistate a prezzi il più basso possibili, così da diminuire il rischio nell’investimento.
  • 30-40% azioni con un forte vantaggio competitivo comprate a prezzo giusto, con un ottimo dividendo e da lasciare in portafoglio per moltissimo tempo

Dividendo il portafoglio in questo modo, avremo una diversificazione di obiettivi ma nessun altro tipo di diversificazione, motivo per cui le società che andiamo ad inserire devono essere semplici, comprensibili e prevedibili.

Dobbiamo analizzarle fino allo svenimento e comprendere ogni parte del business, del bilancio e del management.

Se non si vuole dedicare moltissimo tempo a questa analisi, allora un portafoglio così diversificato non fa per noi.

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A presto Andrea Troiani