Quando valuto un’azienda quotata, butto giù circa 10 requisiti essenziali del bilancio che quest’ultima deve possedere (rimangono ancora i più importanti).

Questi punti sono praticamente tutti presenti all’interno di questo libro : l’utile in crescita, gli utili non distribuiti, le spese in conto capitale e tanto altro.

Per quanto mi riguarda questa lettura ha più la sembianze di un professore che di un libro, leggendolo infatti è come se avessi fatto un corso di valutazione aziendale intenso e specifico per quel che volevo comprendere, una persona potrebbe pensare che è un modo superficiale e infatti (ovviamente) non mi sono fermato a questo libro, ma credo fermamente che alcuni concetti diano la possibilità di investire in borsa se applicati a situazioni relativamente poco complicate.

Il libro analizza passo passo quali siano i punti del bilancio che possono aiutarci ad individuare società con un vantaggio competitivo durevole.
Ovviamente non sono verità assolute e i valori che troviamo nel libro sono e devono essere soggetti a constatazioni/valutazioni in base alla nostra realtà, al settore dove stiamo investendo e anche rispetto all’epoca.

Per esempio la percentuale dell’utile netto sui ricavi (la redditività) può benissimo variare e non è detto che una società che non raggiunga un determinato valore (in %) allora non possa godere di un vantaggio competitivo durevole.

Il motivo principale che mi spinge a consigliarvi questo libro è una parola: Semplicità.
La semplicità negli investimenti è fondamentale, tanto più una cosa è semplice e tanto più la possiamo comprendere e se la comprendiamo abbiamo buone possibilità di investire in modo corretto.

Vi lascio inoltre una piccola parte del libro:

“Non solo queste società devono spendere ingenti somme di denaro in ricerca e sviluppo ma,
 dato che devono inventare continuamente nuovi prodotti, devono anche riprogettare e aggiornare i programmi di vendita e ciò significa che devono sborsare importi elevati per spese generali e amministrative. Per esempio: Merck deve spendere il 29% del suo profitto lordo in ricerca e sviluppo e il 49% in spese generali amministrative e di vendita che, insieme, divorano il 78% del profitto lordo, inoltre se Merck & co non riuscirà a inventare il prossimo farmaco multimiliardario, allo scadere dei brevetti esistenti perderà il proprio vantaggio competitivo.
Moody’s, la società di classificazione dei titoli, è da tempo una delle aziende preferite da Warren, per una buona ragione. non ha spese in ricerca e sviluppo e in media sborsa solo il 25% del profitto lordo in spese generali e amministrative di vendita.
Coca-Cola un’altra società senza costi di ricerca e sviluppo che tuttavia deve fare molti investimenti in pubblicità, in media sborsa solo il 59% del profitto lordo in spese generali amministrative e di vendita. Con moody’s e Coca-Cola Warren non trascorre notti insonni preoccupato per il brevetto del farmaco che sta per scadere o per il timore che la sua società non uscirà vittoriosa dalla corsa alla prossima scoperta tecnologica.
La regola di Warren è questa: le società che devono investire fortemente in ricerca e sviluppo presentano un difetto intrinseco del proprio vantaggio competitivo che metterà sempre a rischio la loro economia sul lungo periodo; pertanto, non rappresenta un investimento sicuro.
E se non sono un investimento sicuro, a Warren Buffett non interessano.”

Questo per farvi capire quanto alcune nozioni in questo libro siano opposte al pensiero comune e generale, anche io prima di leggerlo e di leggere Buffett in generale credevo che le spese in ricerca e sviluppo fossero un punto a favore per una società, a prescindere da tutto e invece non è affatto così!