Era il 1988 e Warren Buffett attraverso la sua holding Berkshire Hathaway acquistò il 7% della Coca-Cola Company per 1,3 miliardi di dollari. 


Ad oggi la stessa quantità di azioni vale circa 17 miliardi di dollari.La crescita del prezzo in borsa è stata superiore al 1200%.Ho sempre studiato ed analizzato questa acquisizione, poiché molto istruttiva al fine di capire determinati concetti chiave nella filosofia d’investimento di Buffett, come il vantaggio competitivo, l’unicità del business e l’inserimento della crescita nella valutazione del valore intrinseco di una società.

L’investimento in Coca-Cola rispecchia tutti i canoni seguiti da Warren Buffett, ed è per questo che ho sempre tralasciato, senza concedergli troppa attenzione, un aspetto molto rilavante in questo caso: i dividendi.
L’acquisizione di Buffet, infatti, oltre alla crescita azionaria, ha riportato anche un incremento del dividendo anno su anno, un aumento continuo di circa 55 anni consecutivi, superando almeno 3 grandi crisi finanziarie.

Facendo i calcoli, ci accorgiamo di qualcosa di straordinario.

La quota iniziale di Buffett era di 1,3 miliardi di dollari.
Nel 2017 la holding ha incassato circa 492 milioni di dollari che, sull’investimento iniziale, equivalgono a circa il 45% .

Il rendimento delle azioni Coca-Cola, ad oggi, si assesta ad un 3,57%. 
Buffett invece percepisce il 45% sull’importo iniziale.

In un vecchio post spiego con maggiori dettagli queste dinamiche facendo anche svariati esempi. (se vi interessa lo potete leggere cliccando qui).

Trovare investimenti del genere non è cosa da tutti i giorni ma, cercando società con un vantaggio competitivo molto forte, possiamo aumentare le nostre possibilità.

Se una società, ad esempio, decide di attuare una politica di distribuzione di una parte degli utili (pay out ratio) sotto forma di dividendi, questi, cresceranno in modo direttamente proporzionale alla crescita dell’utile netto della società in questione.

Se, quindi, una società nell’anno 0 (anno di partenza) genera utili per 10 milioni e ha un pay out ratio del 50%, gli azionisti avranno diritto a 5 milioni sotto forma di dividendi.
Supponendo che la società sia solida e in crescita, nell’anno 10 riporterà un utile netto di 20 milioni, un pay out sempre del 50%, e il diritto per gli azionisti di incassare 10 milioni di utili erogati sotto forma di dividendi.

In un orizzonte di lungo periodo, in conclusione, il dividendo può essere un’eccezionale fonte di reddito, soprattutto se vengono reinvestite le cedole in maniera costante, generando così il famoso “interesse composto“, di cui parlerò nel prossimo post, raccontando un aneddoto che ho da poco letto e trovato molto interessante.