Nel 2015 Heinz e Kraft si sono fuse dando vita ad un gigante da 26 miliardi di fatturato annuo. Dietro l’operazione troviamo nomi importanti come il fondo 3G e la Berkshire Hataway di Warren Buffett. Quest’ultimo qualche anno dopo l’operazione, definì un errore il prezzo di acquisto ma non la società in sé.

Nell’ultimo anno a causa di cambiamento nel gusto dei consumatori , con una ricerca sempre più marcata verso alimenti di maggior qualità, l’azienda ha rivisto al ribasso le sue stime e ha svalutato marchi importanti come
Kraft e Oscar Mayer.

Subendo così una perdita dal giorno della fusione di circa il 60% contro un più 50% del S&P 500.

L’azione è passata da un massimo di 85 dollari ad un prezzo attuale di 29 dollari con un minimo storico segnato a 25 dollari.

E’ la prima azione USA di cui ho approfondito la valutazione (in questo periodo sto spulciando dalla A alla Z alla ricerca di società con un vantaggio competitivo nel S&p 500). Warren Buffett ha creduto molto nel titolo e a quanto sembra continua a farlo non disinvestendo il suo investimento iniziale.

I problemi dell’azienda sono molteplici, risultati in calo, grossa perdita nel 2018 e un futuro tutto tranne che pronosticabile.

Diamo un’occhiata al bilancio (ultimi 3 anni 2016,2017 e 2018)

I ricavi sono stabili intorno ai 26 miliardi di dollari, ma con un leggero calo che sembra non ancora assestarsi.

Nonostante questo, il costo del venduto è salito da 16,4 a 17,1 miliardi. Le spese generali ed amministrative di vendita sono leggermente scese a 3,1 miliardi da 3,2 miliardi.

L’utile netto nel 2016 è pari a 3,5 miliardi, 3,9 miliardi nel 2017(risulta 10 ma escluse componenti straordinarie è di 3.9) e di -10 miliardi nel 2018 in seguito alla forte svalutazione dei marchi prima citati.

L’incidenza dell’utile netto sui ricavi, in un anno standard (ne sono passati pochi per giudicare) è del 15%. Un risultato comunque di tutto rispetto che dovrà però essere riconfermato dalle strategie di rinnovamento e sviluppo che l’azienda vuole attuare.

Il lato patrimoniale è la parte più “pericolosa” in quanto il debito totale è arrivato a circa 30 miliardi dai 25 miliardi del 2015. Comunque al di sotto del patrimonio netto che si assesta a 51 miliardi. C’è un livello basso di utili non distribuiti e un valore negativo nel 2018.

La variazione del capitale circolante ha bruciato negli ultimi anni 7 miliardi di liquidità e dato che non c’è stata espansione nei ricavi i motivi di tale erosione sono da inquadrarsi in una politica più morbida con i fornitori (segno di perdita di forza competitiva).

In due anni su 3: 2015 e 2016 le attività correnti sono state inferiori rispetto alle passività correnti.

Il capex dell’azienda nel 2018 è di oltre 800 milioni una cifra significativamente ridotta rispetto al possibile utile netto. In percentuale dovremmo essere intorno al 30-40%, ma non c’è da stupirsi essendo un’azienda individuata da Warren Buffett e che ha contribuito a far nascere.

Le news sul titolo

Alla Kraft Heinz è arrivato un nuovo amministratore delegato Miguel Patricio, subentrato lo scorso luglio a seguito dei problemi registrati dall’azienda.

Miguel Patricio ha spiegato quali sono i suoi punti fermi per provare ad invertire la tendenza negativa presa dalla società.

Per prima cosa ci deve essere un processo di semplificazione e puntare ad un numero minore di scommesse ma con volumi più grandi. Per scommesse intende un minor numero di marchi su cui puntare.

Motivo per cui c’è l’intenzione di interrompere alcune linee di prodotti poco performanti e, ci potrebbe essere la vendita di alcuni marchi. Questo andrebbe ad aiutare il bilancio poco liquido e permetterebbe di concentrarsi su marchi storici e su altri più orientati alla crescita.

Il problema principale individuato dal nuovo amministratore è che Kraft Heinz opera in 56 diverse categorie di prodotti, rendendo difficile, se non impossibile, l’innovazione a tutti i livelli.

Negli ultimi anni una strategia del genere ha funzionato con un altro gigante mondiale: Procter & Gamble.

Il colosso dei prodotti per la casa adottando questo tipo di strategia è riuscita a tornare alla crescita organica e ad avere una struttura operativa efficiente.

Kraft Heinz rimane altamente redditizio e Patricio ha indicato che la società sarebbe disposta a sacrificare i profitti per la crescita. ”

Nonostante ci sia una forte somiglianza tra le parole del nuovo AD e la strategia adottata da Procter & Gamble, dove entrambe vantano decine di marchi globali secolari, Kraft Heinz compete in un settore più difficile di P&G.

Ad oggi molti marchi alimentari sono in sofferenza: General Mills, Kellogg’s e Campbell’s Soup. Questo è dovuto principalmente alle nuove abitudini del consumatore a favore di marchi biologici e alimenti freschi.

Oltre alla parte del business notiamo anche una diminuzione dei profitti durante i primi 3 trimestri del 2019, con una diminuzione dell’ utile per azione di circa il 20%. Perdendo inoltre un miliardo di EBITDA e con vendite organiche in calo del 1,6%, con previsioni non affatto rosee sul 2020.

Con un patrimonio netto di 50 miliardi di dollari e una capitalizzazione di borsa pari a 35 miliardi ed un p/e di 10 ci troviamo molto probabilmente di fronte ad un titolo ipervenduto.

Calcolo Owner Earning = 3,5 B di utile netto+ 1 miliardo di uscite non monetaria- variazione capitale circolante pari a 0 (come ipotesi)- 900 milioni di Capex.

Il Risultato finale è di 3,6 miliardi di dollari. Scontati ad un tasso d’interesse che varia dal 8% al 12% abbiamo un valore compreso tra 30 miliardi e 45 miliardi (il tasso di sconto è molto conservativo e i vari calcoli non tengono in considerazione una possibile inversione di tendenza da parte dell’azienda).

Detto ciò, per ora, l’investimento è difficilmente giustificabile. Attenderò la trimestrale del 20 febbraio e le evoluzioni future della società. Ma per il momento l’acquisto non mi convince del tutto.

Un saluto Da Andrea Troiani